Laboratori della presenza Incontri fra teatro e antropologia
Roma, Via Castelguidone 4 – Casalbertone
23 aprile 2018| h 11:00-18:00
Laboratori della presenza
Incontri fra teatro e antropologia
un seminario/laboratorio con
Giovanni Pizza, Università di Perugia
Pino Schirripa, Sapienza Università di Roma
Gruppo teatrale nontantoprecisi, Roma
Per il ciclo di incontri seminariali Cosa può un Corpo?
Il “laboratorio” non è solo un luogo di riflessione, pratica e sperimentazione, ma è anche un consolidato metodo di ricerca e di educazione alla partecipazione pubblica. In particolare, il “laboratorio teatrale” ha costituito per decenni, tra Novecento e Terzo Millennio, uno degli esperimenti collettivi più fecondi anche ai fini di un orientamento educativo alla cittadinanza. Riferendosi ai valori condivisi della scelta sociale e democratica, esso assume, infatti, la funzione di un dispositivo atto a motivare non solo la dimensione intellettuale/mentale della persona, ma anche quella dell’esperienza corporea, non sempre valorizzata sul piano educativo e sociale. Il carattere laboratoriale della ricerca antropologica è da sempre costitutivo. Rispondendo alla domanda che cos’è l’antropologia si potrebbe dire che essa è lo studio dell’esperienza concreta di persone in carne e ossa.
“Presenza” è stare al mondo con il corpo proprio trascendendone gli eventi negativi e mettendo in opera la capacità di agire umana. Lungi da impostazioni e presupposti a carattere psicologistico, proprio la condivisione di questo elemento più che vivo, la persona in carne e ossa, avvicina il teatro e l’antropologia: nella presenza umana, antropologia e teatro individuano la sorgente da cui promana una fondamentale potenza politica non sempre riconosciuta come tale.
La consolidata esperienza del laboratorio teatrale anche in Italia, consente oggi di rivisitarne l’applicazione nell’ottica delle più recenti scoperte che le scienze antropologiche hanno elaborato sulla produzione della presenza umana e sui meccanismi e gli effetti della convivenza e dei rapporti sociali. Il laboratorio teatrale, infatti, costituisce una molecola centrale nello sviluppo della società e della cultura, rivelandosi in grado di orientare i suoi partecipanti, inclusi gli “spettatori”, in una precisa direzione politica: garantire la permanenza dei valori democratici nei processi di mutamento socioculturale. Unendosi al teatro, una delle esperienze di ricerca viva e integrata più creative sul piano socioculturale, l’esperienza della ricerca antropologica disvela la sua vocazione politica, quella che la connette inestricabilmente alla capacità di agire e all’impegno civile. L’incontro fra teatro e antropologia intorno alla categoria di presenza umana, diventa quindi un metodo strategico ai fini della produzione di consapevolezza, emancipazione e liberazione della persona umana, perseguendo obiettivi di costruzione della presenza responsabile del cittadino in una visione partecipativa e insorgente dello spazio sociale democratico.
Il seminario che qui si presenta, intende ripensare l’esperienza del laboratorio teatrale nel dialogo pratico e teorico con le più recenti tendenze critiche dell’antropologia italiana. Occorre raffinare la cassetta degli attrezzi comuni fra teatro e antropologia e lo faremo sul piano pratico-teorico, sia con una riflessione aggiornata di una tra le più concrete scienze sociali, l’antropologia, sia con esercizi di presenza teatrale fondati nel lavoro sull’attore.
Non dimentichiamo che il fondatore della scuola italiana di antropologia, Ernesto de Martino, ha impostato la sua proposta pratico-teorica di ricerca e impegno politico sul tema della “presenza”. Che sul terreno del confronto interdisciplinare ci avvaliamo di numerose esperienze pregresse, fra tutte quella della collaborazione tra Alfonso Maria di Nola e Alessandro Fersen. Al tempo stesso interpretiamo con estrema libertà di ricerca an-accademica questo importante lascito. Che cos’è la presenza in un’ottica antropologica? Cos’è la presenza nei processi di costruzione fisica dell’azione teatrale? E come può il laboratorio, inteso come forma e pratica di aggiornamento creativo avanzato, favorire le opportunità di cambiamento, di dialogo, di trasformazione, della persona e dell’ambiente?
A queste domande, nel seminario proposto, che si svolgerà nell’arco dell’intera giornata di lunedì 23 aprile 2018, antropologi e operatori teatrali da tempo impegnati nel sociale, cercheranno di dare risposte concrete, anche in ragione della urgente esigenza di impegno e innovazione in campo sociale e politico.
Obiettivo primario del seminario è far sì che le questioni scientifiche e didattiche e le azioni artistiche di laboratorio teatrale sul tema antropologico e attoriale della “presenza” si confrontino a un livello teorico e pratico, in una cornice di dialogo e di riflessione che tenga conto delle più attuali risultanze delle rispettive tradizioni di ricerca.
Contrastando le visioni stereotipate e caricaturali, sia dell’antropologia (come di una disciplina che accumula saperi esoterici ed esoticamente mitologistici) sia del teatro (come una pratica fondata su una presunzione di isolamento dell’artista dal mondo che lo circonda), l’avvio di un laboratorio antropologico e teatrale si propone come una nuova forma di alleanza, che vada oltre lo scambio inter-disciplinare, ponendosi come obiettivo l’elaborazione sperimentale di nuove, concrete, vitali, forme e pratiche conoscitive. Cerchiamo, cioè, di produrre l’occasione di avvio di molteplici iniziative di riflessione e prassi, intorno ai temi relativi alla produzione della presenza: teatro, corporeità, processi educativi, forme di visione e di rappresentazione, teoria e pratica della visualità, figure dell’azione sociale,
rappresentazione, percezione e ri-costruzione sociale del paesaggio, trasformazioni della persona e poetiche dello spazio-tempo, buone pratiche della salute, produzione della presenza responsabile, agentività politica.
Il seminario si avvarrà della consolidata esperienza nel campo del laboratorio teatrale dei nontantoprecisi e di una rete di studiosi impegnati su tali tematiche in un’ottica internazionale, a partire dagli antropologi dell’Università di Perugia Giovanni Pizza e della Sapienza Università di Roma Pino Schirripa.
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