Gli Indesiderati d’Europa SPECIALE 30 anni Fuori Orario, cose (mai) viste
In occasione dello SPECIALE 30 anni Fuori Orario, cose (mai) viste
Gli Indesiderati d’Europa | un film di Fabrizio Ferraro
📺 in PRIMA VISIONE TV
📅 il 18 gennaio 2020 | in seconda serata
su Rai3 Fuori Orario, cose (mai) viste
Da non perdere !!!
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📄PROGRAMMA
NOTTE SENZA FINE
TRENT’ANNI FUORI ORARIO
RAI 3 dal 20 dicembre 2019 al 22 gennaio 2020
Venerdì 20 dicembre
EX LIBRIS – THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY di Frederick Wiseman prima visione TV
(USA, 2017, col., dur., 197’22”, v.o. sott.it.)
Titolo doppio per questo ennesimo capolavoro di Fred Wiseman, pluripremiato cineasta americano (tra i vari riconoscimenti sei lauree honoris causa, Leone d’oro e Oscar alla carriera) di cui Fuori Orario ha mostrato quasi tutti film. Mentre racconta, con il suo inconfondibile metodo, la Public Library di New York, la città che ha filmato più di ogni altra, Wiseman ci parla dei libri, la sua più grande passione, e del sapere in essi conservato che rappresenta una fragile ma forse unica ancora di salvezza dalla catastrofe umana.
Sabato 21 dicembre
THE ASSASSIN (Ci ke Nie Yin Niang ) di Hou Hsiao-Hsien prima visione TV
(Taiwan / Hong Kong, 2015, col., dur., 101’08”, v.o. sott. it.)
The Assassin, premio per la migliore regia al Festival di Cannes 2015, è l’unica incursione nel genere wu xia pan e, ad oggi, l’ultimo film di Hou Hsiao-Hsien, il cineasta taiwanese che, tra gli altri, ha segnato a fondo la storia di Fuori Orario. Il difficile compito assegnato alla spadaccina Nie Yinniang, di uccidere il governatore suo cugino cui un tempo fu promessa sposa e poi negata diventa sprofondamento in una geometria di veli e di seta. I combattimenti in volo e i colpi di spada vanno di pari passo a un discorso visivo in cui la rabbia politica e il romanticismo si dipanano attorno all’abisso indecifrabile di visibile e invisibile in un’interpretazione spiazzante del genere.
LOVE AND HONOR (Bushi no ichibum) di Yoji Yamada
(Giappone, 2006, col., dur., 117’, v.o. sott. it.)
Unico film di genere del gruppo di opere scelte da Fuori Orario per cominciare a raccontare la storia ancora poco conosciuta di Yoji Yamada, uno dei più prolifici e importanti cineasti giapponesi ancora in attività. Love and Honor è una sorta di variazione sul famoso personaggio del samurai cieco Zatoichi, protagonista di vere e proprie saghe cinematografiche. Love and Honor, in tipico stile Yamada, unisce le arti marziali alla tradizione del melodramma e scandisce tutto secondo le tappe di un viaggio corrusco e spirituale insieme: tradimento, vendetta, perdono.
Domenica 22 dicembre
LA VERIFICA INCERTA di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi
(Italia, 1964, col., dur., 47’)
E’ il grande classico alla base di Fuori Orario, un film di montaggio ormai leggendario che ha fatto storia, realizzato da un grande cineasta irregolare (Grifi) e da un artista catalogatore (Baruchello) con la complicità di Marcel Duchamp.
CIRO GIORGINI PARLA DI ANNA DI ALBERTO GRIFI di Marco Santarelli
(Italia, 2014, col., dur.,20’)
Nel corso di una conversazione con Marco Santarelli, Ciro Giorgini compie un affascinante détour dalle sue riflessioni wellesiane per raccontarci della sua passione per il capolavoro di Alberto Grifi passando inevitabilmente attraverso Roberto Rossellini.
INCONTRI 1969 – ROBERTO ROSSELLINI: I SEGRETI DI UN MITO di Gastone Favero e Ugo Gregoretti
(Italia, 1969, b/n., dur., 62’53”) Puntata del programma televisivo Incontri 1969.
Un’ora con Roberto Rossellini, riferimento primo, costante e assoluto, di Fuori Orario. Il regista di Paisà e Europa 51 intervistato da Gregoretti racconta di sé e della sua vita, ripercorre la sua opera, il rapporto con i giovani critici dei Cahiers du Cinema che diventeranno gli autori della Nouvelle Vague francese ma anche della sua partecipazione alle manifestazioni del maggio ’68 parigino. Passando da un argomento all’altro emerge il pensiero di quella che è una delle figure chiave non solo del secolo scorso e non solo nel campo cinematografico, una visione lucida e appassionata, propria di Rossellini, che unisce scienza, coscienza e conoscenza e un’ostinata fiducia nelle capacità dell’essere umano.
FRAMMENTI ELETTRICI n. 5 AFRICA di Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi
(Italia, 2005, b/n e col., dur., 29’47”)
Frammenti elettrici è una serie di film prodotta da Fuori Orario e realizzata da Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, autori che con Pelesjan, rappresentano il massimo esempio di un cinema che nasce da materiali d’archivio mutati, reinventati, resuscitati, senza tradimenti e manipolazioni. In Asia e Africa Gianikian e Ricci Lucchi partono da filmati amatoriali, spesso in formato ridotto, di turisti e avventurieri europei nei continenti limitrofi agli inizi degli anni ’70. La loro camera analitica esamina l’incontro con “l’altro” e prova a smontare le propagande folcloristiche dello “sviluppo” del turismo in territori devastati da colonialismo, guerre e massacri.
Venerdì 27 dicembre
P’TIT QUINQUIN di Bruno Dumont prima visione tv
(Francia, 2014, col., dur., 205’, v.o.sott.it.) tutti e 4 gli episodi della serie
Stupefacente serie in 4 puntate (che può anche venire presentata come film lungo). Una detection poliziesca nella campagna francese, con due maldestri poliziotti che si muovono come in una comica burlesque. Il sorpendente cambio di registro di Bruno Dumont , secondo il quale “la commedia ha lo stesso potere esplosivo del dramma , la capacità di arrivare dritti al cuore delle cose, ed è sempre una possibilità e un rischio”.
NOI SIAMO LE COLONNE (A Chump at Oxford) di Alfred John Goulding
(USA, 1940, b/n., dur., 54’48”)
Dopo aver sventato involontariamente un colpo in banca, Stanlio e Ollio ricevono come premio l’iscrizione all’università di Oxford. La memorabile scena del labirinto è forse tra le scene più rivisitate da Fuori Orario, il viaggio caotico e senza coordinate, entro e oltre il limite, oltre lo sforzo di istituire un ordine. Visti quando era bambino, i film di Laurel e Hardy sono rimasti inaspettatamente un punto di riferimento per Bruno Dumont.
Sabato 28 dicembre
LA JALOUSIE di Philippe Garrel prima visione tv
(Francia, 2013, b/n., dur., 73’, v.o. sott.it)
Uno degli autori più amati da Fuori Orario, fin da quando J’entend plus la guitare, da poco presentato a Venezia, fu subito conosciuto dagli spettatori televisivi grazie a enrico ghezzi. Con piccoli tocchi e variazioni Garrel ha raggiunto negli anni la decantazione più alta della sua arte. Primo film di una trilogia amorosa di cui Fuori Orario presenterà prossimamente anche i due film successivi: L’ombre des femmes e L’amant d’un jour.
GELOSI E TRANQUILLI di Enrico Ghezzi
(Episodio del film Provvisorio quasi d’amore, Italia, 1988, col., dur., 17’)
“Corto lewisiano interpretato e diretto da Enrico Ghezzi con tutti i tic del suo corpo” (Marco Melani)
ULTIMO TANGO A PARIGI di Bernardo Bertolucci
(Italia/Francia, 1972, col., dur., 129’, v.o. sott.it.)
La Petite Mort era il titolo che Bertolucci avrebbe voluto dare al suo film più sovversivo e maledetto, a suo tempo condannato in tribunale e che presentiamo nella versione integrale. Quando Jeanne e Paul cominciano a introdurre la loro storia in un appartamento vuoto e decadente, la loro isola segreta, l’illusione di un sogno si spezza disperatamente sulle note del sax di Gato Barbieri.
Domenica 29 dicembre
QUATTRO MOMENTI SU TUTTO IL NULLA di Carmelo Bene
(Italia, 2001, 108’)
Cinema, Teatro, TV, parole, opere, pensieri, letture, rushes, in questi trent’anni Fuori Orario ha programmato Carmelo Bene in ogni forma, formato e materiale in accordo con lui sul fatto che Bene non abbia fatto opere d’arte ma sia stato un’opera d’arte. I Quattro momenti su tutto il nulla, girati e andati in onda nel 2001 pochi mesi prima della morte, sono un film testamento in quattro parti (Il linguaggio, La Conoscenza, / Coscienza, L’Eros, L’Arte). CB, solo di fronte alla camera, ripete il suo pensiero, la sua visione, il suo genio, lo stesso che risplende nei girati dell’Otello televisivo girato nel ’79 presso gli studi RAI di Torino, uno dei rari momenti in cui è possibile vedere Bene al lavoro.
CARMELO BENE E I CANTI DI LEOPARDI
Ripresa in diretta della lettura dei Canti da Villa leopardi a Recanati, trasmesso il 12 settembre 1985 daRAI3UN
AMLETO DI MENO di Carmelo Bene
(Italia, 1972, col., 64’)
Venerdì 03 gennaio
CHANT D’HIVER di Otar Iosselliani prima visione tv
(Francia, 2015, col., dur., 117’, v.o. sott. it.)
Opera ultima, leggera e beffarda, di Iosseliani, cineasta di cui Fuori Orario ha trasmesso tutta la filmografia. Tra gli interpreti vanno segnalati Enrico Ghezzi nel ruolo di un barone decaduto e Pierre Etaix.
IL VENTO DEL CINEMA: OTAR IOSELIANI di Franco Maresco prima visione tv
(Incontri al Festival di Lipari, 2001, dur., 17’ 26”, v.o.sott.it.)
Conversazione finora inedita con Ioseliani al Festival di cinema e filosofia diretto da enrico ghezzi.
UN INCENDIO VISTO DA LONTANO (Et la lumière fut) di Otar Ioseliani
(Francia/Italia/Germania Ovest, 1989, col., dur., 101’, v.o. con sott.it.)
Excursus africano per l’apolide georgiano che mette in scena la dinamica coloniale e lo sfruttamento di persone e luoghi a favore del denaro. Premio speciale della giuria a Venezia.
Sabato 04 gennaio
A RIVER CALLED TITAS (Titas Ekti Nadir Naam) di Ritwik Ghatak prima visione tv
(Bangladesh, 1973, b/n., dur., 151’, v.o. sott.it.)
La saga poetica e politica del grande regista bengalese Ritwik Ghatak dedicata alle comunità di pescatori lungo il fiume Titas. Film di potente bellezza e di straziante malinconia, che ha il pregio tuttavia di non abbandonarsi mai al fatalismo. Opera recentemente restaurata.
IL SOGNO DELL’INDIA 40 ANNI DOPO di Tonino De Bernardi prima visione tv
(Italia, 2015, b/n., dur., 89’, v.o. sott.it)
Per gentile concessione di Tonino De Bernardi
Tonino De Bernardi (tra i protagonisti della stagione del cinema underground a cavallo del ’68) rimette le mani sul girato di un viaggio in India fatto quarant’anni prima. All’epoca non arrivò mai a destinazione, lo ha fatto oggi, realizzando il vecchio sogno (e un nuovo film).
Domenica 05 gennaio
LA CHUTE DE LA MAISON USHER (La caduta della casa Usher) di Jean Epstein
(Francia, 1928, b/n., dur., 61’, versione restaurata dalla Cinémathèque française)
Per gentile concessione della Cinémathèque Française.
Restauro recente di un capolavoro del cinema muto francese tratto dal classico racconto di Edgar Allan Poe. “Questa rovina già di per è un mistero, una malattia delle cose…All’interno l’arredamento che fu in passato di un lusso eccessivo, ma desueto, è a sua volta diventato decrepito, intaccato dalla decomposizione. L’azione si svolge da qualche parte nella campagna inglese, lontano da qualsiasi città, all’inizio del XIX secolo” (dalle note preparatorie di Jean Epstein).
TOO MUCH JOHNSON di Orson Welles
(USA, 1938, b/n., dur., 68’, muto)
Il primo film, muto, diretto da Orson Welles nel 1938. Girato per il Mercury Theatre, questo film fu considerato perduto fino al clamoroso ritrovamento di cinque anni fa in un fondo di pellicole di Cinema Zero di Pordenone. Il positivo nitrato fu riconosciuto essere il film di Welles anche grazie alla collaborazione di Ciro Giorgini e successivamente restaurato dalla George Eastman House con la Cineteca del Friuli, e presentato in prima mondiale alle Giornate del Cinema Muto del 2013. Il film, che si richiama esplicitamente allo slapstick, fu concepito per accompagnare la messinscena dell’omonima pièce di William Gillette in programma al Mercury Theatre di New York per la regia dello stesso Welles.
Venerdì 10 gennaio
LA CASA E’ NERA (Khaneh siah ast) di Forough Farrokhzad prima visione tv
(Iran, 1963, b/n., dur., 20’, v.o.sott.it.)
Il 13 febbraio 1967 alle 16.30, Forough Farrokhzad è morta a 32 anni in un incidente automobilistico a Teheran. Era una dei più grandi poeti persiani contemporanei, ed era anche la regista di un solo film. Aveva realizzato Khaneh siah ast, un cortometraggio sui lebbrosi, praticamente sconosciuto in Europa e oggi riscoperto e considerato ormai uno dei più grandi capolavori della storia del cinema.
HARD TO BE A GOD (Trudno byt bogom) di Aleksej German
(Russia/Repubblica Ceca, 2013, b/n., dur., 172’37”, v.o.sott.it.)
L’ultimo grande film di uno dei massimi cineasti al mondo, che inventa un medioevo futuro nello spazio, in una messa in scena distopica e vertiginosa. Dal romanzo di Arkadij e Boris Strugackij pubblicato nel 1964.
Sabato 11 gennaio
NIETZSCHE SILS MARIA ROCHEDO DE SURLEJ di Rosa Dias, Julio Bressane e Rodrigo Lima prima visione TV
(Brasile, 2019, col., dur., 58’)
Per gentile concessione di Julio Bressane
Commovente ed ispirata visita alla casa di Nietschze a Sils Maria da parte di Julio Bressane e Rosa Dias, coloro che più di ogni altro hanno pensato e decantato il grande filosofo non solo in I giorni di Nietzsche a Torino ma praticamente in in tutto il loro cinema. Emozionante e indimenticabile il contatto spiritico di Rosa Dias con la Roccia di Surlej.
LIMITE di Mario Peixoto prima visione tv
(Brasile, 1931, b/n., dur., 113’37”, muto)
Il capolavoro della storia del cinema brasiliano, recentemente restaurato.
“Nel 1930 abbiamo Limite di Mario Peixoto. Inaugura una mentalità diversa e nuova. Dico che Limite è una mentalità nuova perché è già, da noi, arte allusiva, parodica o con la consapevolezza del passato del cinema. È già cinema del cinema, implica la creazione e ricreazione dell’immagine nel film cinematografico. (Julio Bressane, Alguns, Imago editora, rio de Janeiro 1996).
IL VENTO DEL CINEMA: JULIO BRESSANE di Franco Maresco prima visione tv
(Incontro al Festival di Lipari, 2001, dur., 29’00”, v.o.sott.it.)
Conversazione finora inedita con Julio Bressane al Festiva di Cinema e Filosofia diretto da enrico ghezzi.
Domenica 12 gennaio
IN MEMORIAM di Jean-Claude Rousseau prima visione tv
(Francia, 2019, col., dur., 23’, v.o.sott.it.)
Per gentile concessione di Jean-Claude Rousseau
Una camera d’albergo, tre finestre che danno su un piccola piazza di Lisbona, i frammenti di un’intervista a Chantal Akerman, le notizie a flusso continuo degli attentati del 2015 a Parigi: “quel che si disegna è una vera e propria tragedia dalla semplicità raciniana”. (Antoine Thirion)
WE CAN’T GO HOME AGAIN di Nicholas Ray (USA, 1976, col., dur., 100’ circa, v.o.sott.it)
L’opera postuma del grande regista americano, film sperimentale e multi-narrativo al confine tra cinema e arti visive, girato assieme ai giovani cineasti dell’Harpur College (New York), dove Ray ha insegnato. È un film laboratorio concepito come strumento per insegnare a fare cinema attraverso la pratica e non la teoria. Mescola linguaggi espressivi e tecniche diverse, usando l’invenzione del ‘multiple image’: tre, quattro, o cinque immagini in movimento fissate simultaneamente su una pellicola 35 mm. “L’unica maniera per imparare a fare un film, è attraverso un altro film” (Nicholas Ray)
Venerdì 17 gennaio
Per i 100 anni della nascita di Fellini
TOBY DAMMIT di Federico Fellini
(Episodio del film collettivo Tre passi nel delirio, Italia, 1968, col., dur., 43’)
Tratto liberamente dal racconto Non scommettere la testa con il diavolo di Edgard Allan Poe. Un’opera chiave nell’opera di Fellini che è anche una lettura del Sessantotto e dell’alienazione della società dello spettacolo. Nella vicenda del film Roma intera si mobilita per l’arrivo di un divo cinematografico annoiato dalla mondanità: solo una misteriosa bambina riesce a scuoterlo sfidandolo verso l’estremo.
BLOCK NOTES DI UN REGISTA di Federico Fellini
(Italia, 1969, col., dur., 60’, versione restaurata)
Grazie alla committenza del canale televisivo americano NBC Fellini viene messo nelle condizioni di raccontare liberamente il suo modo di lavorare e nel farlo esplora gli spunti che portano alla genesi dei suoi progetti. Rievoca in modo immaginifico il non finito Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet e racconta – mostrando provini sublimi – la preparazione del suo Fellini Satyricon.
CIAO, FEDERICO! di Gideon Bachmann
(Italia-USA-Svezia, 1969, col., dur., 58’, versione restaurata)
Un impressionante lavoro sul set del Fellini Satyricon che documenta in modo completo il rutilante metodo di lavoro e la macchina cinema intera di Federico Fellini. È anche un ritratto dell’artista in un momento delicato e problematico in cui riflette sul passato e cerca di trovare una nuova strada, un nuovo modo di rapportarsi con il racconto e la realtà.
Sabato 18 gennaio
UNE CATASTROPHE di Jean-Luc Godard
Trailer per la Viennale, 2008
📍GLI INDESIDERATI D’EUROPA di Fabrizio Ferraro prima visione tv
(Italia/Spagna, 2018, b/n., dur., 112’)
Al confine tra Francia e Spagna, sui Pirenei, alla ricerca dei sentieri di Walter Benjamin (in fuga dall’Europa nazista), Ferraro realizza il suo film più aperto e più audace. Di Fabrizio Ferraro Fuori Orario ha mostrato la maggior parte dei film.
BERLIN JERUSALEM (Berlin-Yerushalaim) di Amos Gitaï
(Israele, Olanda, Italia, Francia, Gran Bretagna, 1989, b/n., dur., 89’ )
Nel 1919 a Berlino, la poetessa espressionista Else Lasker Schuler, ebrea tedesca, conduce una vita da bohémienne. S’imbatte in Tania, attiva sionista esule dalla Russia, dove ha partecipato all’insurrezione del 1905. Tania si trova a Berlino in attesa di poter raggiungere la Palestina per partecipare alla realizzazione del primo Kibbutz, il collettivo agricolo del suo sogno utopistico. Quando anche Else raggiunge Gerusalemme e ne percorre le strade, alle macerie del 1937 si succedono gradualmente altre macerie, fino alle rovine, le scritte, gli automezzi, i militari, le persone del 1989.
PAROLE SU UNA DATA: SLAVOJ ŽIŽEK, JACQUES DERRIDA
(Serie di conversazioni di enrico ghezzi sull’11 settembre, 2001, col.)
La data è l’11 settembre del 2001, le parole sono quelle dei cineasti, da Olmi a Ciprì e Maresco, Gitai e Kiarostami, Naderi, Skolimowski, Bela Tarr e quelle di intellettuali come Susan Sontag, Derrida, Zizek che enrico ghezzi filma con la sua telecamera interrogandosi sulle immagini e sugli effetti dell’attentato alle Torri Gemelle.
Domenica 19 gennaio
PREMIO UTOPIA A ENRICO GHEZZI prima visione tv
(Interventi di Béla Tarr, Jean-Claude Rousseau e Albert Serra, Locarno Film Festival, 2019, dur., 33’ v.o. sott.it)
La 72° edizione del Festival di Locarno istituisce un nuovo riconoscimento: il Premio Utopia, attribuito a enrico ghezzi. Lili Hinstin e Carlo Chatrian introducono gli interventi di Béla Tarr, Jean-Claude Rousseau e Albert Serra.
IL VENTO DEL CINEMA di Franco Maresco prima visione tv
(enrico ghezzi presenta alcuni incontri al Festival di Lipari: Béla Tarr, Dušan Makavejev, Daniele Ciprì, Franco Maresco, Franco Battiato, Manlio Sgalambro, 2001, col., dur., 82’, v.o.sott.it.)
Lipari 2001, enrico ghezzi inventa e dirige la prima edizione del Vento del cinema, manifestazione/jam session tra cinema e filosofia che approderà qualche anno dopo sull’isola di Procida. Alle Eolie sono presenti Iosseliani, Bela Tarr, Bressane, Makavejev, Sergio G. Germani e Edoardo Bruno, Sgalambro e Battiato, i filosofi Curi, Severino, Donà. E’ l’anno dell’odissea di Kubrick, a partire da 2001 Odissea nello spazio gli ospiti dialogano con enrico ghezzi, il pubblico e a turno con Maresco, che insieme a Ciprì ha documentato le giornate del festival.
TRA AMORE E AMICIZIA – Conversazione tra Bernardo Bertolucci e enrico ghezzi di Alberto Tempi
(Italia, 2005, 17”)
Per gentile concessione di Alberto Tempi
Conversazione realizzata a Roma a casa del regista per la consegna del Premio Marco Melani a Bernardo Bertolucci a San Giovanni Valdarno, 9/10 edizione, 2015.
Venerdì 24 gennaio
FRANCOFONIA (Le Louvre sous l’Occupation) di Aleksander Sokurov prima visione tv
(Francia, Germania, 2015, col., dur., 84’07”, v.o.sott.it.)
Tra i massacri e le rovine della Seconda Guerra Mondiale, l’alto funzionario dell’amministrazione francese Jacques Audiard collabora con il tedesco Franz Wolff-Metternich per proteggere il tesoro del Museo del Louvre. Sokurov racconta la loro storia, esplorando il rapporto tra arte e potere al culmine di uno dei conflitti più devastanti cui il mondo abbia mai assistito.
KOMMUNISTEN di Jean-Marie Straub
(Francia, Svizzera, 2014 , col., dur., 70′, v.o. sott.it.)
Un manifesto del proprio pensiero e una summa del proprio cinema, questo è il Kommunisten che Jean-Marie Straub costruisce con pezzi di film precedenti (Operai, contadini, Troppo presto, troppo tardi, Fortini/Cani, La morte di Empedocle, Peccato nero) preceduti da un segmento girato a partire da Le Temps du Mépris di Malraux in cui lui stesso interroga dal fuori campo. Un film testamento dell’opera di Straub-Huillet, due autori che Fuori Orario ha costantemente sostenuto e programmato, facendo dei loro film esempio luminoso, etico ed estetico, di un cinema rigoroso quanto libero e trovando sempre in Jean-Marie e Daniéle due amici e compagni complici e solidali.
IL COMPLOTTO DI LUGLIO di Vittorio Cottafavi
(Italia, 1967, b/n., dur., 83’47”) Una ricostruzione del complotto che, nel luglio del ’44, cercò di far saltare in aria Hitler, quando ormai gli alleati si accingevano a entrare in Germania dopo aver lasciato la Francia. L’efficace costruzione drammaturgica si basa sui fatti storici e sulle testimonianze dei cospiratori. Un capitolo importante della sperimentazione di Vittorio Cottafavi, autore molto amato da Fuori Orario per la sua capacità di far dialogare linguaggi diversi: cinema, teatro e televisione.
Sabato 25 gennaio
A COLEÇÃO INVISÍVEL di Rita Azevedo Gomes prima visione tv
(Portogallo, 2009, col., dur., 56’, v.o.sott.it.)
Per gentile concessione di Rita Azevedo Gomes
Vagamente ispirato a un racconto di Stefan Zweig, il film segna l’ultima apparizione di Duarte de Almeida, alias João Bénard da Costa, nei panni di un “alfarrabista” cieco. Niente di più vicino alla personalità di uno dei più grandi intellettuali portoghesi di tutti tempi, il cui insaziabile oggetto del desiderio è sempre stato quello di possedere un oggetto raro, una vera collezione.
A 15° PEDRA – Conversazione tra Manoel de Oliveira e Joaõ Bénard da Costa di Rita Azevedo Gomes
(Portogallo, 2007, col., dur., 121’, v.o.sott.it.)
Per gentile concessione di Rita Azevedo Gomes
Di fronte alla cinepresa di Rita Azevedo Gomes i due protagonisti che segnano l’origine del suo cinema: Manoel de Olivera e João Bénard da Costa, fissati, come in un’opera pittorica, in una conversazione intima, che si avvale di una complicità abituale tra questi due miti del cinema portoghese. D’altronde, nessuno ha saputo sollecitare le ironiche e sottili corde oliveriane come Bénard da Costa.
CONVERSAZIONE TRA AGUSTINA BESSA-LUĺS E MANOEL DE OLIVEIRA riprese di Alberto Momo prima visione tv
(Incontro al Torino Film Festival, 2000, col., dur., 60’ ca, v.o.sott.it.)
Una relazione, quella tra il decano del cinema portoghese e una delle più grandi scrittrici lusitane, che ha sempre oscillato tra alti e bassi, conflitti, schermaglie amorose che solo una forte amicizia e una complicità artistica possono sostenere. “In fondo”, come afferma de Oliveira, “ci siamo sempre inseguiti come il gatto con il topo”.
Domenica 26 gennaio
PRIMA PASSEGGIATA, TRA LE RONDINI di Mauro Santini prima visione tv
(Italia, 14’48”)
Per gentile concessione di Mauro Santini
“Faccio la mia passeggiata, essa mi porta un poco lontano e a casa; poi, in silenzio e senza parole, mi ritrovo in disparte. (Robert Walser). “Le passeggiate si compone di una serie di piccoli film che hanno come tema principale l’atto del passeggiare, senza una meta precisa, per il puro piacere di osservare, restare in attesa e in ascolto, lasciandosi trasportare dagli eventi: un vagare trasognato fatto di percorsi terrestri, ma anche aerei e marinari, in luoghi sconosciuti o in situazioni domestiche” (Mauro Santini)
IL FIUME ROSSO (ETNA LUMIÈRE, ACQUA E FUOCO) di enrico ghezzi e Ciro Giorgini
(Puntata di Fuori Orario, 2000, b/n, col., dur., 76’19” ca, riprese dell’eruzione dell’Etna di Giovanni Tomarchio sovrimpresse ai primi film dei fratelli Lumière)
Le immagini dell’Etna in eruzione filmate costantemente negli anni dal cameraman Giovanni Tomarchio sovrimpresse con L’uscita dalla fabbrica Lumière. Una palingenesi del cinema creata da ghezzi e Giorgini negli anni novanta e che spesso ha in seguito introdotto le notti Il fiume rosso costruite da Ciro con le lunghe riprese del vulcano in eruzione.
Una delle tante sovrimpressioni proposte da Fuori Orario negli anni, una pratica artigianale che amplifica il concetto tradizionale di montaggio e propone una riflessione teorica sulle potenzialità delle immagini.
CON AURA SENZ’AURA, VIAGGIO AI CONFINI DELL’ARTE di Luciano Emmer
(Italia, 2003, col., dur.57’48”)
Fuori Orario ha proposto il cinema di Emmer dalle molte anime in infinte occasioni. Nel 2003 enrico ghezzi lo ha accompagnato in un documentario sull’arte che propone le sublimi immagini incontrate, amate, desacralizzate dal regista in più di mezzo secolo di attività e dall’umanità stessa in più di un millennio di storia. Emmer rincontra il proprio sguardo, ritorna sulle opere protagoniste dei suoi film d’argomento artistico e esplora il limite tra forma e materia da cui nasce ogni intenzione artistica.
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